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venerdì 5 ottobre 2012

brigidini

Narra la storia che le suore del convento di Santa Brigida preparassero le ostie per la santa messa.
Orbene in un imprecisato giorno, una imprecisata suorina combinò un pasticcio nella preparazione dell'impasto. Suorina novella? Distrazione spirituale? Non ci è dato sapere. 
Fatto sta che la Superiora del convento, per non sciupare il prezioso impasto lo addobbò e camuffò e lo pressò bene bene nello stampo delle ostie ed ottene un "trastullo". Un gioielletto di cialdina. una genialata di biscotto friabile, sottile, saporito di anice e con un sospiro di vin santo, giustamente!

Erano nati i BRIGIDINI DI LAMPORECCHIO, specialità tutta toscana anzi pistoiese.
 Anche per i "brigidini" vale lo stesso discorso sull'originalità, già fatto in precedenza, tutti hanno la fantastica originale ricetta della superiora conventuale che per prima riparò il danno suoresco.

La mia è made mAtilda 100% ottenuta dopo vari aggiustamenti seguendo il mio gusto personale. 
La regalo qui sul blog perché il sapere senza condivisione impoverisce e io voglio diventare ricchissima!

Brigidini 
originali mAtilda 100%
Ingredienti:
 2 uova, 
80g zucchero di canna, per brigidini friabilissimi usate invece 110g di zucchero semolato,
150g di farina bianca (io uso la bio 0),
1 cucchiaino di semi di anice,
un sospiro di vin santo (molto facoltativo e spesso sostituito da me con altri rari e particolari alcolici presenti in una casa di semi-astemi amatori di intrugli)
Preparazione:
Battere uova e zucchero con una frusta, aggiungere il sospiro di vin santo, poi la farina e per ultimi i semi di anice.
Continuare ad amalgamare almeno per il tempo di un Padre Nostro (pur sempre l'origine è quasi sacra).
Lasciar riposare la pasta mentre scaldate entrambe le piastre del nostro stampo, sul fornello.
per i dettagli e per ordinarlo cliccate sulla foto o QUI.

Appena le piastre saranno calde da entrambi i lati versate un cucchiaio di impasto.
Cuociono abbastanza velocemente e sprigionano un intenso gradevole profumo di fresco e di caldo insieme. Sformatele su un piatto manipolandole un pochino in modo che vengano un po' "mosse", un po' arricciate sui bordi e piegate.
 Resistete all'assaggio altrimenti non avrete la possibilità di vedere il piatto pieno.
























Né tanto meno potrete conservarli in una scatola ermetica per circa una settimana, questo è infatti il tempo che possiamo conservarli garantendo la friabilità e il gusto.

Orbene, vi lascio a "trastullarvi" con questi "trastulli" toscani. 

Non riponete le piastre in luoghi nascosti, l'autunno è arrivato e il Natale si avvicina a grandi passi e presto per voi ci saranno le ricette più antiche con le ostie con ripieni di castagne noci mandorle e altre leccornie regalate dalla natura.

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