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martedì 14 agosto 2012

de gustibus...

Oggi non presento una nuova ricetta, ma giusto una piccola riflessione.
Giorni fa ho avuto mdo di parlare con un gruppo di persone tra le quali c'era un lettore del mio blog, un signore di una certa età che si diletta a cucinare e a seguire in rete vari foodbloggers. Si è complimentato per la mia piccola sperimentazione e ne è venuta fuori una breve ma animata discussione con il resto del gruppo sul come e dove si preparino le ferratelle migliori.
Mi sono tenuta un po' al margine della discussione dato che ero di parte, ma ora voglio esprimere qualche pensiero.
C'è da dire che qui in Abruzzo, ma credo in ogni parte del mondo, fino a poco tempo fa, ogni famiglia era detentrice di una o più ricette "segrete" per fare le ferratelle uniche al mondo.
La stessa cosa per le varie neole, nevole, nuvole, cancellate, pizzelle, scrucchiate ecc...
Ora a queste voglio aggiungere anche i brigidini, le cialde di montecatini, i necci, ciacci, canestrelli, stiacciate varie di ogni forma e "razza" con ferri a tenaglia, a pinza, a cerniera e via dicendo. Solo per restare in Italia, ovviamente.
Gironzolando nel web, ho notato che ognuno è detentore dell'unica, originale, straordinaria ricetta che tutti cercano di copiare, ma nessuno riesce a fare le "pizzelle" come l'IO di turno dichiara.

In effetti la cottura su piastre è antichissima e io non credo che esista un unico e solitario modo per vederne l'evoluzione. La cucina, così come l'abbigliamento essendo pratiche quotidiane e necessarie hanno per forza di cose messo alla prova la creatività e l'originalità di tutti coloro che vi avvicinano e quando dico tutti, intendo TUTTI, perchè anche se è vero che non tutti cucinano è pur vero che ognuno mangia.

Altra peculiarità è proprio la peculiarità di ognuno, tanto che la stessa pietanza assaggiata in momenti diversi può esserci o meno gradita.

Tutto cambia, magari abbiamo sulle labbra un granello di zucchero o una goccia di sudore salato, o abbiamo mangiato un ghiacciolo.
mille e mille sono le variabili che entrano in gioco.

Il sapore del latte, delle uova., dello zucchero.
 Come non esiste un fiocco di neve uguale ad un'altro, una margherita come un'altra, un fiore di malva uguale agli altri
 così le ricette, per quanto riprodotte al milligrammo non saranno mai uguali.

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